Articolo apparso sul Quotidiano di Puglia il 15 marzo 2012.
Se a Monza il campo non è riuscito a riservare sorprese (solito pareggio, solita sterilità in attacco, solito arbitraggio, solita espulsione di Dionigi), a fornire spunti sempre nuovi ci hanno pensato ancora una volta gli spalti. Ai “fantasmi del Brianteo” (ovvero quelli che tifano Taranto per motivi insondabili, senza essere nati nella città dei due mari e spesso senza averci mai messo piede) ci eravamo ormai abituati. Ma proprio al Brianteo ci è toccato scoprire una nuova frontiera di assurdità del tifo calcistico.
La tribuna ospiti dell’impianto monzese è la solita babele di lingue. Strana creatura, il tifoso fuorisede: inveisce contro ’a mamesa dell’arbitro con cantilena emiliana o lo manda a da’ via i ciapp in slang di Paolo VI. Nessuno, insomma, fa caso alla purezza della lingua. Anche se, spiega Enrico, “uno di Monza si riconosce perché dice Monza con la zeta dura”.
“Ma lui che ne sa?” direte voi, “e soprattutto chi cavolo è ’sto Enrico?”
Enrico è Enrico Porro, e sa come i monzesi dicono Monza perché di Monza (con la zeta dura) è anche lui. Oddio: un guastatore, un infiltrato, una spia del nemico, un kamikaze? Calma, calma! Enrico è monzese ma vede la partita fra i tarantini perché dall’anno scorso odia il Monza. Lo odia da quando, con un pareggio alla camomilla contro il Ravenna, ha condannato la Paganese alla retrocessione in Seconda Divisione. Cosa c’entra adesso la Paganese? Qualche riga più in su si accennava all’assurdità del tifo calcistico: ecco, ci siamo arrivati. Enrico tifa per la Paganese, da sempre. A chi gli chiede perché, risponde candidamente, come fosse la cosa più normale del mondo: “quando ero piccolo leggevo sulla Gazzetta le notizie sul Monza in C. Nella pagina di sinistra, il Girone A, in quella di destra il Girone B. E lì, un giorno, un titolo su un derby Paganese-Nocerina. Mi innamorai del nome e da quel momento iniziai a tifare”.
Oggi Enrico gestisce un blog sugli azzurrostellati (http://forzapaganese.blogspot.com) che, con circa 500 contatti al giorno, è il secondo sito più seguito dalla tifoseria campana dopo quello ufficiale della società.
I rapporti fra paganesi e tarantini non sono idilliaci, ma di certo fra le due tifoserie non esiste una rivalità storica. Di certo Enrico non si formalizza. “Il fatto è” spiega “che a me piacciono i terroni!”. E lo ribadisce con una telefonata a suo cugino, ultrà monzese e leghista, uno di quei trenta poveretti che presidiano la desolata curva dei tifosi di casa. “Mi vedi? Sono qui, proprio accanto a quel bandierone rossoblù che sta sventolando…”. Dall’altro capo del telefono arriva una salva di improperi lumbard. Ma Enrico non li sente: ha preso a cantare, insieme a cinquecento cuori tarantini, “assime pacce pe’ le chiancarelle, e pure p’a sasizza d’u paise”. E sasizza, si sa, si dice con la zeta dura.