La Notte della Taranta e l’alba di Taranto

L’idea di un’anteprima tarantina della Notte della Taranta come segno di vicinanza e attenzione alle questioni ambientali e occupazionali, ha un suo fascino e una sua nobiltà, ma ugualmente non convince. E per una volta il motivo non è il sentimento autarchico, provinciale e campanilista con cui i tarantini amano autoghettizzarsi, ma una serie di considerazioni perfettamente logiche.
In primis, la puzza di passerelle e strumentalizzazioni politiche arriva forte da Melpignano fino ai due mari, imponendosi anche sulle puzze autoctone di origine industriale. Il “papà” della Notte della Taranta è segretario regionale di un partito che – al pari di quasi tutti gli altri, compreso quello di cui è leader il nostro Governatore – molto ha detto e poco ha fatto per difendere i diritti dei tarantini, troppo spesso messi in secondo piano rispetto alle esigenze, vere o presunte, del sistema industriale italiano. “La Taranta per curare dall’Ilva” sa di slogan mediatico e di autoassoluzione rispetto alle vere cure di cui la città avrebbe bisogno. Troppo facile: i tumori non si curano coi tamburelli.
Seconda considerazione: è la Taranta a correre in aiuto di Taranto, o viceversa? Fa infatti specie che dell’assonanza fra il mitico ragno e la cittadina jonica ci si accorga solo ora. La formula della kermesse è ormai risaputa e usurata, e nella Grecìa Salentina si cercano nuove idee per rinnovarla. Taranto oggi fa notizia, e poi “fa tanto sociale”: cosa c’è di meglio per rilanciare un festival ormai istituzionalizzato, che ha da tempo perso l’originario significato di rottura?
Ma più di tutto vale una riflessione finale: la Notte della Taranta non appartiene a Taranto, e anche questa iniziativa suona come una piccola colonizzazione. Taranto è stanca di “soluzioni esterne”, e ha dimostrato, proprio sul terreno musicale, di essere finalmente in grado di autodeterminarsi. E’ stato il concerto del primo maggio il vero evento popolare tarantino, realizzato in grande stile e dal basso, senza padrini politici e baracconi istituzionali. Una manifestazione che ha dato fiducia e visibilità a un movimento, oggi fertile e vivace, fatto di svariate iniziative in ambito culturale, turistico e civico. E’ questa l’Alba di Taranto, con buona pace della Notte della Taranta.

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