Ecco l’articolo uscito in prima pagina sul Quotidiano di Puglia, in occasione della manifestazione a sostegno della magistratura del 7 aprile.
C’è chi dice “ancora un corteo?”, e spesso sono gli stessi che fino a poco fa si lamentavano dell’ignavia dei tarantini.
C’è chi dice che tanto è tutto deciso, e così aiuta altri a decidere per noi, secondo i propri interessi e ignorando i nostri diritti.
C’è chi definisce piagnisteo ciò che chiamerebbe dissenso civile, rivendicazione, cittadinanza attiva, se solo i protagonisti non fossero meridionali.
C’è chi dice che protestare non basta, che bisognerebbe proporre, e intanto non protesta e neanche propone. E non vede che gli unici che stanno provando a proporre sono proprio quelli che protestano.
C’è chi dice che non ci sono alternative solo perché non ha voglia di cercarne.
C’è chi dice che sono ben altri i problemi: vecchia scusa sempre valida per chi vuole chiamarsi fuori.
C’è chi non dice proprio niente, e infatti il caso Taranto è scomparso dai media nazionali.
C’è chi dice che le manifestazioni di piazza, se pacifiche, non fanno notizia. E si dimentica di encomiare i manifestanti pacifici per non essere caduti in questa trappola.
C’è chi non ha colto – o ha fatto finta – il valore e la rarità di una manifestazione appoggiata da medici, farmacisti e tutte le categorie di personale sanitario.
C’è chi dice “prima il pane, poi la salute”, e sta perdendo sia l’uno che l’altra.
C’è chi pensa che sia un derby “operai-ambientalisti”, e non capisce che la guerra fra poveri conviene solo ai ricchi.
C’è chi dice che i magistrati non hanno bisogno di solidarietà, e forse ha ragione. Poi però ci si guarda indietro e si vedono decenni di inchieste, poco supportate dall’opinione pubblica e sostanzialmente finite nel nulla. E allora qualche dubbio sull’importanza del clima in cui la giustizia si trova a operare ti viene. Per non parlare della politica, che proprio all’opinione dei cittadini ispira – o dovrebbe ispirare – i suoi atti.
C’è chi dice che è una moda da borghesucci radical chic, c’è chi parla di ambientalisti della domenica. Ma evidentemente non ha mai partecipato alle manifestazioni precedenti, non ha mai visto il miracolo di una folla trasversale come non mai, massimamente eterogenea quanto a età, estrazione sociale e orientamento politico. E non conosce le storie di tutti quelli – e sono tanti – che fanno ciò che possono per dare una mano a chi ne ha bisogno, per rendere Taranto un posto migliore. E lo fanno in silenzio, senza enfasi, senza traccia di quell’esibizionismo autocompiaciuto che pure è così frequente quando si parla di solidarietà e impegno sociale.
C’è chi dice e c’è chi fa. Molti di quelli che fanno, a Taranto, sfileranno stamattina nelle vie del centro.