Tango del Tango perso

Un Tango (nel senso di musica) su un Tango (nel senso del pallone, e precisamente la sua versione povera, quella di plastica) che si è perso, e sui tutti i poveri palloni vittime dell’imperizia e degli ostacoli del duro calcio da strada. Pubblicato sul nuovo portale di scrittura Torno giovedì, a cura di MacchiaUmana e insana. La musica mettetela voi.

Questo è il tango d’ogni Tango
que en el tiempo se ha perdido
solcò prati, asfalto e fango
scivolando en el olvido.

Sono Tango plasticato
umile emulo del cuoio
lungo il barrio ho rotolato
su di un pino adesso muoio.

Nei bazar di piena estate
gai si stava noi palloni
penzolando nella rete
come tanti provoloni

e altre reti mai non vidi
per fermare i tiri scalzi
stadi mai, ma strade e lidi
furon sfondo ai miei rimbalzi.

“Che si attacchi o si difenda
chi la tira poi la prenda”
es la regla de la calle
dove giochi senza maglie

senza maglie, pali e porte
né steccati o recinzioni:
libertà vuol dire morte
per noi poveri palloni.

Questo è il tango d’ogni Tango
que en el tiempo se ha perdido
solcò prati, asfalto e fango
scivolando en el olvido.

Mille andate, poi un giorno
il destino appare avverso:
ruba l’ultimo ritorno
e tu sei per sempre perso.

Siamo vittime del Fato,
del rimpallo malmostoso,
dello stopper trafelato
e del bomber presuntuoso.

Wembley, Tele e Super Santos
mille tristi caminiti
compañeros ed amigos
solitari siam finiti

nel fossato del castello,
sotto il ventre del furgone,
oltre il chiuso di un cancello,
nell’esilio di un balcone,

nel cespuglio inestricato,
dentro il mare a tramontana,
sul soffitto mai scalato,
nel giardino di befana…

Questo è il tango d’ogni Tango
que en el tiempo se ha perdido
solcò prati, asfalto e fango
scivolando en el olvido.

Qui sul pino non ho voi
e vi guardo da lontano
ma a giocare prima o poi
giungerà gatto… Soriano.

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